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Tappeti a telaio

Le donne, quelle più fortunate che possedevano un telaio, tessevano meravigliose coperte dai mille colori; probabilmente immigrati di origine greco orientale, a loro volta inculturati nell'arte del tessuto da più antiche migrazioni mediterranee, avevano introdotto le tecniche ed il gusto per la geometria ed il colore fin dal primo secolo di vita della città, o si dedicavano al cucito e al ricamo per i corredi, per i nobili, per la Chiesa.
--Gli arazzi e le coperte di Longobucco
--L'Arte del tessuto si sviluppa contemporaneamente, sicuramente grazie ad ulteriori immigrazioni orientali verso i Casali in formazione, a San Giovanni in Fiore e a Longobucco; frutto di una mescolanza multiculturale ed interculturale, che da antiche radici affondate nelle culture elleniche, attraverso la complessa e raffinata presenza bizantina si è espressa in capolavori di artigianato nel corso dei secoli: tessuti artistici, arazzi, coperte, costumi tradizionali.
-L'Artigianato qui, come in altri luoghi della Calabria, rappresenta la varietà delle culture di questa terra, grazie alla sua centralità mediterranea, e, a differenza degli ultimi cento anni a San Giovanni in Fiore, fornisce un esempio di come la contaminazione interculturale possa produrre ottimi frutti;
--Tipica produzione di paesi di montagna le pesanti e coloratissime coperte, l'ozaturi, a motivi geometrici, spesso intrecciati a motivi floreali, antropomorfi e zoomorfi.
--Quando, nonostante l'isolamento montano, i nostri tessuti erano meritatamente celebri un certo numero di attività artigiane erano necessarie per realizzarli: dall'Arte vera e propria della tessitura, ai segreti di tintoria, di botanica della montagna (per i colori venivano usate piante particolari), di alta falegnameria per la costruzione dei telai, etc.
-La maggior parte degli ozaturi in vendita a San Giovanni in Fiore non vengono prodotti qui ma in paesi limitrofi ( Castelsilano, la stessa Longobucco ).
--In altri luoghi, altri popoli, delle proprie tradizioni, hanno fatto una ricchezza; noi Florensi, soprattutto dopo le emigrazioni di massa del secolo scorso, sembra ne abbiamo fatto una vergogna.
--Proviamo almeno a non vergognarci delle nostre tradizioni, a riscoprirle, usiamo gli OZATURI invece dei piumoni.
-È trascorso circa un secolo da allora, ma oggi come ieri, nulla è cambiato a conferma che l'uomo non potrà mai prescindere dal proprio passato, dalle proprie radici, dalle proprie tradizioni. La riscoperta di questo patrimonio culturale ci offre la possibilità di intervenire contro l'inevitabile usura del tempo, grazie a coloro che custodiscono tale ricchezza. Gli scambi di esperienza ed il costante confronto per l'attivazione di programmi di cooperazione finalizzati a progetti formativi e promozionali, saranno i punti di forza affinché le tradizioni proseguano nel tempo.