Città turistica ed uno dei centri commercialmente e socialmente più animati del Tirreno cosentino, sede di numerose istituzioni culturali che ne fanno anche un centro-perno dell'intera area circostante.
Nel Medioevo, era territorio amanteano anche l'attuale comune di Belmonte Calabro con le sue frazioni: la giurisdizione della Comunità di Amantea sul solo castello di Belmonte decadde solo con la fondazione del castello stesso, nel1270 circa, su ordine di Carlo I d'Angiò per punire una ribellione degli abitanti di Amantea. In seguito, nel 1345 la Comunità di Amantea fece ricorso alla reginaGiovanna I di Napoli perché sanzionasse il feudatario di Belmonte Pietro Salvacossa che si era appropriato di alcuni territori amanteani: con un decreto reginale del 27 maggio la regina delimitò quindi i confini amanteani per la prima volta.[3] Fu solo nel 1811, in età napoleonica, che venne sancita de iure la divisione tra i territori di Belmonte e Amantea, che fino ad allora era esistita de facto.
Dal luglio 1937 l'ex-frazione di San Pietro in Amantea ottenne l'autonomia amministrativa che tuttora conserva: il comune di Amantea perse così un territorio montuoso di 10 km2 che andò a costituire il nuovo comune.
Il clima amanteano è straordinariamente temperato, grazie alla presenza del mare Tirreno: il territorio di Amantea, infatti, ha una profondità media di soli due chilometri verso l'entroterra e si snoda invece lungo il mare per oltre tredici chilometri. Questo assicura una durata lunghissima della buona stagione: talvolta l'estatesi protrae da aprile a novembre. Nel periodo estivo quindi sono dominanti le brezze marine e collinari che rinfrescano l'aria. Le gelate sono rarissime, così come le nevicate, causate dalla vicinanza alla Catena Costiera dell'entroterra.
Nella località di Campora San Giovanni, frazione di Amantea, andrebbe localizzata la antica Temesa, mentre Clampetia sarebbe collocabile nella piana di Amantea, l'unico sinus della costa tirrenica cosentina.
I bizantini, quando conquistarono la Calabria, fondarono nell'area dell'attuale Amantea vecchia una cittadella fortificata chiamata Nepetia.
Nepetia fu conquistata dagli arabi nel VII secolo, che la costituirono capitale di emirato e la ribattezzarono Al-Mantiah.
Quando, nell'885, Niceforo Foca riconquistò la città, rimase il nome di Amantea.
La cittadina fu elevata a sede vescovile finché non venne accorpata, nel Quattrocento, alla Diocesi diTropea.
Amantea non fu mai infeudata, se non per un brevissimo e travagliato periodo alla metà del XVII secolo. La cittadina mantenne sempre, infatti lo status di Città Demaniale, con istituzioni proprie.
Amantea subirà l'occupazione francese prima nel 1799, ma poi anche nel 1803, e la seconda volta resisterà strenuamente agli invasori d'Oltralpe.
Amantea divenne, nel 1861, un Comune del Regno d'Italia, dotata di molti uffici pubblici e scuole che ne hanno fatto il punto di riferimento del retrostante entroterra. Nel 1943 la città venne bombardata dagli americani, che colpirono alcune case nella cittadella uccidendo anche bambini innocenti. Dopo il conflitto, la cittadina è risorta dalle macerie e ha iniziato la sua espansione che l'ha portata fino a raggiungere il mare, facendone una nota località balneare e turistica. Pochi anni fa è stato inaugurato il porto turistico di Campora San Giovanni, che puntualmente si insabbia ed all'interno del quale restano intrappolate le imbarcazioni.